martedì 15 febbraio 2011

15-02-2011 Pensieri cullati come onde da Boris Biancheri, Romano Prodi, Sergio Romano Micael Antonio Salvati.


L’aula era piena come l’alta qualità professionale dei partecipanti prometteva. Romano Prodi, Boris Biancheri Chiappori, Sergio Romano. Il tema era l’ultimo libro del diplomatico nipote di Tommasi di Lampedusa. Fa parte della fondazione Italia Usa ed è stato ambasciatore (1991-1995) a Washington proprio nel periodo in cui il presidente della nuova Federazione Russa era Boris El-tsin (1991-1999). “L’elogio del silenzio” una favola su di un giovane di nome Felix dalla memoria strepitosa capace di classificare e catalogare ogni cosa o immagine o suono. Questo dono non passa inosservato e viene prescelto per affiancare un abile statista. E’ Sergio Romano a mostrare le sue doti di abile narratore slegandoci da ogni associazione ad Antoine de Saint-Exupéry. Felix nei primi 4 anni non dice una parola. Poi quando comincia a comunicare è preciso e sintetico. Ha un atteggiamento da “ordinateur” niente lo appassiona classifica tutto. Già da ragazzo arriva a classificare 5.800 ricordi ordinati per numero progressivo. Ha amore solo per gli insetti. Si iscrive a filosofia e qui incontra il presidente del consiglio del paese che lo ospita. Il paese è immaginato e innominato. Una città metafisica lo ospita. Il presidente muore. Felix è il più vicino e ne eredita i diritti e doveri. Deve affrontare il parlamento con un discorso. Prepara 38 pagine da leggere alla nazione. Ma quando si trova sul posto di guida e si prepara a parlare nessuna parola riesce a formarsi e rimane nel silenzio. Allora parte via con un treno fino alla frontiere forse della Spagna. Prodi è in ottima forma e confessa che tiene molte lezioni in molte università italiane in America e in Cina. “Mi sembra che la città metafisica sia Torino!”Dice e poi racconta. Piace e sa di piacere. Spostano il discorso sui loro lavori al ministero. Boris ricorda poi i suoi anni passati negli uffici del ministero degli affari esteri (1985-1987). “Il Gattopardo mi è molto vicino per ragioni familiari, mio zio, l’autore era un uomo silenzioso. Negli ultimi anni ha radunato giovani insegnando e solo nell’ultimo anno e mezzo della sua vita ha scritto il Gattopardo.”
Il secondo incontro della giornata era su “La democrazia in Italia” di Micael Antonio Salvati economista, politico e intellettuale italiano. Laureato in giurisprudenza a Pavia e poi a Cambridge. Insegna economia politica alla statale di Milano. E’ editorialista di molti giornali direttore di uno ed è ideologo del partito democratico per creazione e studio della sua evoluzione. Come al solito di fronte a simili abilissimi pensatori oratori ogni già pensato o pensiero era nella loro testa ed è ed è come stare sul materassino in pieno tramonto di una calda giornata estiva in un mare mosso a culla in compagnia di amici cugini e nipoti. Di fianco a me erano Mario Monti, Pier Gaetano Marchetti e molti altri importantissimi giornalisti.
Grazie.
Carlo Bayern Branson Pellegrino.

Nessun commento:

Posta un commento