
Un lunedì, piano, da costruire si presentava alle fatiche dell’inerzia a smuovere strati di nomi e di fatti persi tra le pieghe del dormire per il dormire. Dormo venerdì sul tram come fuso col profilato, dormo in metrò come un parà sull’elicottero, dormo di giorno e di notte fino alla nausea e alla lentezza di corpo e di mente. Ieri forzo la placca adrenalinica al disciplinico “Dai, vai, forza”. E grazie al cuore comune al mio imprecare deliri profondi gli occhi azzurri dell’utero paese plasmante mi perdonano l’impreco e mi ridanno un minimo di fiducia. Sul pulman il nulla e tanta pazienza comune di giovani al risveglio. Apro la gazzetta e il libro ma la velocità di lettura è da quinta elementare. Decido di girare tra amici e luoghi importanti sapendo che questo mi “strigga” al risveglio. Salgo rapido le scale, troppo rapido forse che due spalle da arcangelo frenano, intuisco che sono in un area VIP. Dirado nebbie e nuvole e vedo chiaramente una toga classica. Una piacevole Ilda Boccassini cammina discutendo con un collega. Percepisco la sua energia e ne sono attratto come ogni volta che vedo e incontro Letizia Bricchetto. Osservo con discrezione e sostiamo nella stessa area pausa caffeinica. Galvanizzato e con un minimo di memoria in più sfoglio in biblioteca tempi e luoghi di una Milano che manca di Senna ma non di voglia di incontrarsi e costruire fatti. Giuliano Pisapia incontra
i suoi lettori alla biblioteca Feltrinelli in Stazione Centrale “Milano si può Cambiare” titola il suo ultimo libro e lui darà risposte esaustive sulle illazioni sulla moglie che viveva in case di lusso del Pio albergo Trivulzio a prezzi ALER. Alla FNAC Patty Bravo vende il suo CD. Urlo quasi di un movimento estatico l’incontro che attendevo da tempo Ermanno Paccagnini, Marcello Dell’Utri, Armando Torno a presentare una copia identica a 16 euro per Silvio Berlusconi editore di quella anastatica di Carlo Collodi della favola di Pinocchio. Siedo tra i presenti commosso. Dell’Utri parla interroga con modi da professore conquistatore. Lo ammiro lo ammetto perché è riuscito a fare cose impossibili in tempi in cui per stare al passo con i paesi vicini era necessario muoversi con agilità tra gli amministratori. E dall’amicizia e collaborazione col padre comune Berlusconi è nato un grande gruppo che ha permesso a molti di lavorare in sana competitiva qualità. Si evolve. Mi domanda diretto “cosa ne penso della figura di Pinocchio e di Collodi.” Rispondo che è una figura universale. Carlo Lorenzini nasce a Firenze originario di Collodi in Toscana nel 1826. Essendo di famiglia povera e di umili tradizioni studia grazie a una nobile amicizia e a scuole cattoliche. Parte per la prima guerra di Indipendenza del risorgimento italiano alle dipendenze del generale Montanelli. La figura di Giuseppe il falegname si incontra anche nel “Papà Carla” di russa memoria (ricordavo le commoventi chiacchierate con Olga scienziata e le letture serali a Luigi e Antonio) nelle scritture di Tolstoi coevo di Collodi che copia quindi la favola di Pinocchio. Bravo mi risponde Paccagnini, professore in Cattolica del corso di scrittura creativa presentato con Castellitto e Mazzantini, “e quel generale era parente del famoso Montanelli giornalista” mi dice. I tre ormai illustri raccontano scendono nei dettagli storici e se ne esce commossi con tre copie a testa sottobraccio. Giovedì ho provato la stessa emozione alla presentazione della biografia di Missoni. Presenti in sala molti amici i figli e la moglie Rosita Jelmini. La ditta è a Sumirago, dice, tutto iniziò con mia moglie di Villastanza Parabiago, a due passi da casa mia, con la macchina da cucire Rachel. Nacqui a Ragusa in Croazia nel’impero austro-ungarico con padre ammiraglio di origini triestine e nonni magistrati. Intanto in pausa scorrono le immagini di lui nella corsa nei 400 alle olimpiadi classificandosi tra i migliori del mondo. Commuove intrattiene irrangiungibile nei suoi 90 anni compiuti proprio l’11 Febbraio. Esco trasformato dall’incontro con l’affascinante ospite Dell’Utri cammino come perso tra le forme degli edifici più belli degli ultimi trecento anni modelli modelle borse tra le più seducenti scarpette fino a via Brera poi entro nel nuovo spettacolare teatro Grassi. Anche qui alzo la testa tra l’aria ripulita e vedo De Bortoli sotto braccio a famosi giornalisti, Finazzer Flory, Piergaetano Marchetti. Parte l’ultima serata organizzata da Ernesto Galli della Loggia per la festa dei 150 anni della unificazione italiana. Milano, ovvero il ruolo ambiguo di una capitale altra. A guidarci l’ultratitolato prolifico professore ordinario di filosofia Salvatore Veca.Grazie.
Dott. Carlo Bayern Branson Pellegrino
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